La continua evoluzione della crisi idrica 2022

La continua evoluzione della crisi idrica 2022
Sono rimasto davvero senza parole quando, pochi giorni fa, il Fiume Po all’altezza di Pontelagoscuro (FE), ha registrato una portata di 161 mc/sec.
Dal quel punto nel ferrarese, Pontelagoscuro appunto, la portate risultano effettive in quanto, da lì alla foce, non ci sono praticamente più contributi idrici degni di nota.
Settimane fa ero rimasto a volumi registrati sui 300-320 mc/sec e pensavo che questo dato, già gravissimo, potesse rappresentare l’apice di questa crisi…evidentemente MI SBAGLIAVO.
Ho letto anche le dichiarazioni (fonte: ANSA) del segretario della Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po che chiedeva a tutti gli utilizzatori uno sforzo verso un risparmio idrico del 20%, rimasto nei fatti inascoltato.
Certo una richiesta difficile e coraggiosa in questo momento di crisi, ma che avrebbe certamente fatto centro viste le precipitazioni cadute pochi gioni fa (58/60 ml), che hanno riportato i volumi del Po da 161 mc/sec a 200.
Certo non ha risolto niente questa pioggia, ma se fosse stato ascoltato l’appello della Autorità di Bacino la stima sarebbe stata di un incremento della portata del Po fino a 300 mc/sec (fonte: Osservatorio sul Po) aiutando a respingere indietro il “cuneo salino”, arrivato a oltre 30km all’interno della foce, nel ferrarese e rodigino.
Quindi appelli inascoltati e prelievi idrici ormai di difficile controllo, dettatti dalla comprensibile paura di perdere il raccolto, hanno aggravato ulteriormente la crisi.
E’ proprio in questa situazione che trovo ancora più irricevibile l’idea che il Garda possa aumentare ulteriormente la sua portata verso il Fiume Po.
Quel principio di sussidiarietà che il Garda continua a garantire e che ricordo NON HA MAI FATTO MANCARE, non può essere richiesto in aumento quando i diretti interessati non sono in grado di autolimitarsi e provvedere, nei limiti richiesti, a loro stessi.
Così non vi è alcun equilibrio.
In alcuni programmi televisivi ho ripetuto il concetto sopra esposto, ovvero che l’aiuto necessario, nei limiti del possibile, dal Garda non è mai mancato ed è questa una verità incontestabile.
Ma adesso, visto che la crisi idrica è diventata di “dominio” internazionale alcuni giornalisti e TV, anche tedesche, si chiedono come sia lo stato di salute del Lago di Garda a loro molto caro in quanto “meta storica” delle loro vacanze.
Ecco che varie troupe di importanti TV tedesche sono venute proprio a fare dei reportage, allarmate dalla situazione gardesana.
L’immagine turistica viene messa così a dura prova per un territorio che di questo vive.
Per noi gardesani e non solo, visto che il turismo si riverbera anche nell’entroterra, questa crisi idrica si rivela dannosa…e i danni quindi non vanno considerati solo in ambito agricolo ma anche nell’immagine turistica, oltre che ambientale per entrambi.
Capisco che l’immagine e la promozione turistica non siano tangibili nell’immediato come un raccolto intero che viene a mancare.
Fortunatamente con questi servizi TV e giornalistici stiamo portando a conoscenza che il Garda ancora tiene e nessun servizio, per ora, è venuto meno.
La situazione però resta critica e non la si deve certo nascondere, le cose vanno dette per quello che sono e una puntuale informazione aiuta certo a contestualizzarla meglio.
Pare finalmente che tra una settimana arrivi un’importante perturbazione, un piccolo “stacco” da questa bolla di caldo anomalo.
Spero sia l’occasione per ridurre così le derivazioni dal Garda, recuperando così volume idrico in vista del proseguo della stagione e allo stesso tempo sia per il Fiume Po l’aiuto tanto sperato e necessario.
Vedremo se, passata questa crisi idrica, sapremo “riconfigurare” i giusti equilibri e ruoli…il fatto che tutti vogliano l’acqua del Garda e che questo Lago sia l’unico in grado di rappresentare una risorsa idrica anche in tempi di crisi, dovrebbe farci riflettere molto.
A buon intenditor…