Una storia arilicense, la storia del “rinascimento gardesano”

Una storia arilicense, la storia del “rinascimento gardesano”
Questa é una di quelle tante storie vere che hanno caratterizzato l’epopea economica gardesana del dopo guerra.
Una specie di “rinascimento”.
Certo, può risultare scorretta o impropria questa parola, per il significato che storicamente le appartiene, ma allora ci fu veramente una rinascita a mio modo di vedere, un riscatto sociale e culturale.
Siamo alla fine della seconda guerra mondiale.
Un uomo torna a casa, dopo essere stato imbarcato come marinaio durante il conflitto.
Purtroppo la fortuna di tornare sano e salvo non accompagnò il fratello, che invece d’essere imbarcato in Marina fu spedito in Russia, da dove non fece più ritorno.
Era forte la voglia di rinascita, di ricominciare il lavoro che aveva lasciato e questo desiderio non poteva essere esaudito lontano dal Lago.
Fu il “richiamo del Garda” a riportarlo sulle sue sponde, nonostante l’allettante offerta della Marina Militare di restare nell’arma.
Sembra magari una cosa di poco conto, ma va contestualizzata per comprendere il vero valore della scelta fatta.
Una volta molte famiglie pativano letteralmente la fame, allora il Garda non era quell’isola felice che conosciamo oggi.
Capitava che i figli e le figlie venissero mandati a “famejo” per esempio, ovvero in altre famiglie in grado di sfamarli.
Quando mancava tutto succedeva anche questo.
Questa era una realtà, che forse nemmeno riusciamo a comprendere oggi.
Nonostante tutto il nostro protagonista torna sul Garda, a Peschiera, in un piccolo borgo chiamato Fornaci.
Decide di comprarsi una barca da pesca e ricominciare l’attività di pescatore.
Prende la bici, parte dalle Fornaci e pedalando arriva fino al paese di Garda.
Storicamente là vi era la comunità di pescatori più attiva e numerosa del Lago.
Compra così una barchetta e dopo averci caricato la bici, fa ritorno alle Fornaci a remi.
La barca adesso c’è, ma servono reti, cime e altro.
Compra così delle reti usate di seconda mano, imparando il mestiere da un vicino pescatore…scontroso, ma dall’animo evidentemente gentile.
Arriva infine, con i risparmi del duro lavoro del pescatore, nei primi anni ’50, a costruire un piccolo albergo, allora una locanda più che altro, che ancora oggi si specchia letteralmente sulle acque antistanti le Fornaci.
Lì, con la moglie, accoglie i primi turisti, cucinando per loro il pesce pescato con le reti, offrendo il vino Lugana e prodotti del territorio; si aprono le porte a quell’ospitalità, di carattere familiare, tipica ancora di alcune strutture ricettive gardesane.
E’ l’alba dell’epopea turistico-imprenditoriale di cui parlavo prima.
Oggi l’albergo é ancora lì e sono i figli che portano avanti l’attività.
Non sò…ho come l’impressione, con i dovuti distinguo, che lo spirito di allora possa rappresentare ancora oggi un faro nel promuovere la modalità dell’accoglienza turistica.
Non v’è dubbio che il mondo sia completamente cambiato, ma una delle grandi doti del Garda è racchiusa, secondo me, in questo racconto, ovvero in quell’accoglienza, arrivata ormai oggi alla terza generazione.
Quando, oltre 70 anni fa, i primi turisti sceglievano il Lago di Garda per le proprie vacanze, lo sceglievano per il clima mediterraneo, per l’accoglienza, il pesce, il vino, per la bellezza delle acque e del paesaggio, davvero unico.
Non vi erano “servizi” particolari, né parchi divertimento, il Lago di Garda bastava a sé stesso.
Ma quel è, di fondo, il senso e il significato che stò provando a far emergere raccontando questa storia?
In un poster di promozione turistica di fine anni ’40, si riportava questo slogan: “Lago di Garda, SOGGIORNO INCANTEVOLE”. Detto tutto !!
Ecco che ricercare e raccontare le origini dell’imprenditoria turistica gardesana, può aiutare a non dimenticare il valore di ciò che è stato e dei sacrifici fatti per riscattarsi dalla miseria, ricordando soprattutto che la rotta indicata dalla bussola, che ha reso possibile tutto questo, indicava e dovrebbe indicare ancora una cosa prima d’ogni altra: il Lago di Garda.

Credits foto dal libro: “Peschiera è Graziosa e Bella” di Franco Prospero e Giorgio Capone, che consiglio di acquistare a tutti coloro che amano Peschiera del Garda .