2022 – 2023, il racconto della crisi idrica gardesana

2022 – 2023, il racconto della crisi idrica gardesana
Oggi vi propongo questo articolo, magari un po’ impegnativo…
Lo pubblico con l’intento di fare ordine e informazione in merito alla grande esposizione mediatica legata alla questione siccità, tornata fortemente alla ribalta.
E’ ormai il secondo anno che navighiamo letteralmente in acque basse.
Ma come si è generata questa situazione e come mai siamo arrivati a questo punto?
Il 2022 ha lasciato “cicatrici” che ancora non si sono rimarginate.
Lo scorso anno infatti, nell’Italia settentrionale, sono mancate mediamente il 40% delle piogge, mentre le temperature medie sono state le più alte mai registrate.
Nonostante questo, il Lago di Garda ha potuto contare in parte, nella primavera 2022, sulle acque da disgelo, abbondantemente accumulate nel 2021 e da un buon residuo idrico, +78 cm; questo era il livello a fine stagione irrigua di quell’anno.
Il 2022 è partito ad aprile, con l’inizio dell’irrigazione, con un livello di circa +100 cm sopra lo zero, praticamente rimasto uguale da metà novembre 2021.
Da aprile 2022 il Garda ha poi cominciato una discesa veloce.
Luglio, addirittura, è cominciato con un livello di +68 cm, per concludersi a +36 cm…una bella “botta”.
Una “botta” perché?
Perché mentre l’acqua del Garda veniva usata principalmente per l’agricoltura, ma anche per il turismo, navigazione, idropotabile, idroelettrico, ecc… il caldo anomalo, oltre all’intensa evaporazione, scioglieva anche i ghiacciai (alzando lo zero termico in quota), purtroppo, intaccando così scorte strategiche e preziosissime che, il perdurare del deficit di precipitazioni nevose, non ha ancora permesso di colmare (oggi abbiamo -50% di copertura nevosa sulle Alpi. fonte: CIMA e ANSA).
Fortunatamente, ad agosto, il meteo ha dato una mano al Garda perché, dopo l’arsura assoluta di luglio, ha concesso qualche pioggia, tanto che il bilancio idrico è rimasto in pari: il primo agosto eravamo a +36 cm, esattamente come al 31 agosto: +36 cm.
Questo anche grazie al grande risparmio messo in pratica dai consorzi irrigui, giusto ricordarlo.
Nonostante tutto, terminando anche la stagione irrigua in anticipo, stringendo i consumi e le derivazioni, il Garda ha toccato il suo livello più basso il 20 e 21 ottobre, ovvero +22 cm sopra lo zero.
Da allora praticamente il Garda non ha più avuto modo di riprendersi.
Questo perché la siccità non si è ancora conclusa, perdura, per questo ho scritto che “navighiamo in acque basse”.
Sempre per cercare di dipingere un quadro generale quanto più verosimile alla realtà, oggi siamo fermi alla quota di +44 cm sopra lo zero…e “galleggiamo” su questi livelli bene o male da mesi.
Per questo motivo lo scarico all’Edificio Regolatore è passato, il 14 febbraio, da 14 mc/s a 9.
Questo cosa significa?
Che il rubinetto è ormai stretto al massimo…possiamo dire stia gocciolando e ridurre ulteriormente sarebbe praticamente impossibile.
L’acqua che manca, da adesso in poi, può arrivare solo da piogge e dal disgelo della neve.
Ho recentemente letto sui giornali delle ipotesi circa l’apertura della galleria Adige-Garda per risollevare il livello del Lago con l’acqua dell’Adige.
Ritengo sia una proposta assolutamente irricevibile, seppur comprendo sia stata fatta in un momento di forte apprensione.
Lo dico per il semplice fatto che la siccità odierna interessa tutti i bacini idrografici e a parer mio, non può passare anche solo l’idea di poter sottrarre acqua da un bacino in favore di un altro…oltre a varie altre questioni ambientali che ne discenderebbero.
Mi auguro sia una questione già chiusa in partenza.
Ma è davvero, come si sente dire, una situazione mai vista?
No.
Il Garda ha gia passato situazioni simili: per esempio il 17-18 febbraio 2002, quando eravamo nelle stesse condizioni attuali: +44 cm oppure, dato storico, il 17 febbraio di 101 anni fa.
Era infatti il 1922, quando il Garda raggiunse addirittura i -0,07 cm sotto lo zero idrometrico.
In entrambi i casi, seppur molto diversi tra loro, il Garda si riprese.
Detto ciò e senza scendere ulteriormente in dettagli, perché per gli standard dei social mi sono già dilungato oltre modo, spero di essere riuscito a riassumere il quadro generale di come si sia potuta generare la situazione attuale, per meglio comprenderla.
Non servono allarmismi né psicosi, piuttosto, come dico sempre, serve maturare quella consapevolezza e conoscenza che permetterà la comprensione e l’avvio di scelte coraggiose, strategiche e davvero lungimiranti verso una sempre più ampia comprensione della gestione idrica; gestione che dovrà posizionarsi in equilibro tra i tanti usi plurimi dove, il fattore “habitat/ambiente”, sia almeno considerato alla pari e con lo stesso peso degli altri interessi in gioco.
Sembra ci siano delle perturbazioni in arrivo…speriamo siano solo le prime di tante.