Sarca-Garda-Mincio e Le Valli del Mincio, un ecosistema da proteggere.

Sarca-Garda-Mincio e Le Valli del Mincio, un ecosistema da proteggere.
Ultimamente sono stati giorni difficili…
Per questo mi sono preso, mio malgrado, un po di tempo per rallentare un attimo.
Anche i miei lavori di “ricerca e studio” e le mie pubblicazioni ne hanno, inevitabilmente, un po’ risentito.
Stamattina però si é presentata l’occasione per navigare nelle Valli del Mincio, da Rivalta fino al Lago Superiore di Mantova…e cosí mi sono imbarcato.
Ho voluto toccare con mano un ecosistema che ho cominciato ad approfondire solo nell’ultimo anno, da quando ho assistito, nel dicembre scorso, all’interessante convegno tenutosi presso Porta Giulia (Cittadella – Mantova), sullo stato ecologico e le portate idriche del Fiume Mincio.
L’attrattiva principale dell’escursione in barca sono i Fiori di Loto (adesso in fioritura).
É una specie alloctona, introdotta nel 1921 proprio a Mantova e diventata velocemente invasiva, secondo la sua natura appunto, così come la Ludwigia, per esempio.
Il panorama che si osserva nelle Valli del Mincio è davvero bello ed é indubbio che queste piante acquatiche contribuiscano ad arricchirlo.
Si tratta di un ecosistema che é riuscito a rimanere perlopiù incontaminato, protetto da fitte reti di canali, piccoli laghetti e vegetazione molto ricca.
Un ecosistema che fa comprendere perfettamente il significato e l’importanza soprattutto del DMV (Deflusso Minimo Vitale), ovvero quella portata idrica minima che, nei periodi non irrigui, deve essere sempre garantita dal Garda verso il Fiume Mincio.
Questo per mantenere in equilibrio e prospero questo meraviglioso paesaggio, attraverso i metri cubi di acqua da rilasciare verso valle dall’Edificio Regolatore del Garda (diga di Salionze).
Durante la navigazione, la torbidità dell’acqua molto elevata, mi ha riportato alla mente le parole dei ricercatori dell’Univ. di Parma, durante il convegno sopra citato.
Nella loro esposizione posero infatti l’attenzione sui molteplici effetti derivati dall’aumento della torbidità delle acque del Mincio, soprattutto di alcuni suoi affluenti di destra, come l’Osone e il Goldone.
Questa modifica della trasparenza del Mincio a sua volta porta con sé delle modifiche dell’habitat fluviale, delle piante acquatiche e conseguentemente, per altri fattori concomitanti, una compromissione dell’ittiofauna autoctona che, man mano ci si avvicina alla parte terminale del fiume tende a modificarsi, sostituendosi in percentuale maggiore a favore delle specie alloctone, spesso con carattere di invasività, impoverendo la biodiversità.
Sono però posti stupendi che assolutamente meritano di essere visitati, meglio accompagnati da una guida certificata e anzi…colgo l’occasione per fare i complimenti appunto alla sig.ra Franca, la nostra guida di oggi ed a Lombardia Segreta, che ne pubblicizza i contenuti.
Spero quanto prima si possano realizzare una corretta serie di interventi, alcuni già progettati ed in corso d’opera grazie al Parco del Mincio, tali da poter intanto affrontare i cambiamenti in atto, come la torbidità, tutela delle specie autoctone e il graduale insabbiamento dei corsi d’acqua, ecc…
La bellezza del Fiore di Loto ha certamente incantato i visitatori…ma personalmente sono rimasto molto più colpito dalla bellezza di questo mosaico naturale, dai “Prati Stabili”, dall’aria frizzante e dal panorama che si apre verso la città di Mantova la quale, ad un certo punto, si mostra d’improvviso all’orizzonte con le sue torri, campanili e la cupola di Sant’Andrea.
A livello idraulico é questo un sistema tanto unico quanto diverso, che si chiama: “Sarca-Garda-Mincio” che unisce lungo il suo percorso le Alpi, pre-Alpi, le Colline Moreniche e la Pianura Padana.