Un “filo conduttore” lungo migliaia d’anni

Un “filo conduttore” lungo migliaia d’anni
Questo disegno rappresenta una visione d’insieme pressochè unica di come apparivano dislocate, verso la fine del 1600, le stazioni di pesca fisse (peschiere) a Peschiera del Garda.
Basta guardare con un attimo di attenzione, magari ingrandendo la foto, per capire bene come si sia arrivati a chiamare questa città Peschiera.
Sono davvero tante le stazioni di pesca fisse, sia a nord della fortezza, che all’interno dei suoi canali, come lungo l’iniziale decorso del Fiume Mincio.
Non sorprende quindi di ritrovarle ancora nell’800 e nel ‘900…con qualche testimonianza arrivata fino ai giorni nostri.
Sono letteralmente parte della storia della città di Peschiera del Garda…e forse qualcosa in più come vedremo tra poco.
La struttura di questi sistemi di pesca non era una novità in questo tratto di Lago e non era certo una novità per Peschiera.
Infatti è proprio nel bacino meridionale del Garda che si concentravano le maggiori quantità di pesce rispetto quello occidentale.v Qui era più facile pescarlo grazie ai bassi fondali…ed il tutto diventava, proprio all’inzio del Fiume Mincio (unico emissario del Garda), ancora più evidente.
L’inizio del Fiume Mincio, coincidente con il termine del Lago di Garda, rappresentava un punto obbligato di passaggio per moltissime specie di pesci, anche anadromi. Una zona di frega importantissima oltre che punto strategico per le comunicazioni via acqua.
Ecco che a Peschiera si sviluppò l’insediamento palaffiticolo più importante dell’Età del Bronzo e un centro metallurgico che influenzò, con la sua arte, sia le civiltà d’oltralpe che a sud oltremare.
Il periodo dell’Età del Bronzo recente porta con sè un momento storico cronologico ben definito da questa indicazione: “Peschiera-Zeit”, il tempo di Peschiera, ad indicare proprio l’importanza enorme che il centro metallurgico arilicense riverberò nelle civiltà conosciute di allora.
Anche queste caratteristiche hanno portato Peschiera del Garda ad essere poi fondamentale come centro strategico militare, del commercio del pesce, del sale, ecc…
Mi piace immaginare, guardano disegni come questo, come potesse apparire Peschiera durante l’Età del Bronzo.
Ovviamente nulla di ciò che vediamo oggi poteva essere ricondotto al paesaggio d’allora…eccetto le peschiere.
Così, in linea di massima, immaginando di togliere la fortezza lasciando solo il Canale di Mezzo come unico ramo d’uscita delle acque del Garda, in quanto gli altri canali furono scavati a partire dal periodo medioevale, avremo certamente visto una ricchissima vegetazione e strutture simili alle peschiere riportate nel disegno, ovvero le palaffitte, collegate alla terra ferma da palificate piantate in acqua e nei terreni paludosi, magari in mezzo a fitti canneti e unite a fitti gruppi tra loro.
Insomma possiamo tranquillamente dire che le palafitte prima e le peschiere dopo non rappresentino solo la storia…ma anche l’anima e l’identità originaria della città.
Può sembrare magari strano…ma quella stroria vive ancora.
Le palafitte fanno in effetti ancora parte di noi e della nostra città, tant’è che tutta la fortezza veneziana che conosciamo si regge in piedi proprio grazie a queste palafitte che, conficcate nel terreno a migliaia, hanno fornito la base su cui fu edificata la fortezza pentagonale di Peschiera del Garda nel XVI sec, Patrimonio UNESCO.
Oggi quindi camminiamo ancora su strutture che raccontano di un filo conduttore lungo migliaia di anni…e non ce ne rendiamo magari conto.v Ma è questa la bellezza della storia…se l’analizzi con un pò di immaginazione è in grado di raccontarti delle tue origini, delle tue tradizioni, dirti quindi chi sei e da dove provieni.
Possiamo dire serenamente che le palafitte e le peschiere rappresentino quell’identità a cui anche la fortezza, certo molto più famosa e celebrata, deve la sua esistenza.
W Peschiera del Garda.