Il capitale sociale e l’asset strategico del Lago di Garda

Se immaginassi il Lago di Garda come un’azienda, dove tutti noi siamo di fatto soci, il contesto ambientale rappresenterebbe di certo l’asset più importante ed il vero capitale sociale.
Le fondamenta di una destinazione turistica come questa si basano sul valore e pregio del contesto ambientale e del paesaggio, ed è così da almeno due secoli.
E’ intorno a questa consapevolezza che dovrebbero ruotare investimenti, sviluppo e tutele…non credo vi sia logica al di fuori di questo ragionamento.
Immaginiamo, con un esempio banale, di visitare una città d’arte; mi aspetterei non solo di trovarla l’arte, ma di vederla valorizzata, tutelata e possibilmente accessibile, con tutti i servizi ed infrastrutture del caso, realizzate nel rispetto però dell’arte stessa che rappresenta l’identità di quella città.
Se così non fosse, probabilmente mi rivolgerei altrove, scegliendo altre destinazioni.
A nessuno verrebbe in mente, con un altro esempio, di costruire ascensori o passerelle intorno alla facciata esterna dell’Arena di Verona o a qualsiasi altro monumento per accedervi più comodamente, ne verrebbe compromessa l’immagine ed il valore; inoltre la Soprintendenza giustamente non lo consentirebbe.
Si cercherebbero, qualora fosse assolutamente necessario, soluzioni alternative e con il minor impatto possibile.
Sui beni monumentali questa tutela è direi consolidata.
Per il Lago di Garda dovrebbe essere lo stesso…nonostante abbia arte e storia da vendere, resta comunque una destinazione legata allo spettacolo ed unicità del suo ambiente e paesaggio in primis, il quale deve restare protagonista grazie alle dovute tutele, così da potersi preservare e mostrare alla stregua di un monumento.
Ciclabili, resort, lungolaghi, porti, ecc…sono certamente utili, ma sono scelte che andrebbero fatte con la consapevolezza di quanto scritto sopra.
Gli stessi imprenditori se vogliamo guardarla anche da un punto di vista venale e non solo prettamente naturalistico, dovrebbero essere i primi a chiedere tutele importanti per il paesaggio e ambiente, proprio per tutelare i loro investimenti.
Del resto gli stessi e il “business” che ne consegue diventano possibili la dove vi è un gradimento della destinazione turistica, venisse meno questo gradimento…calerebbero anche i redditi degli investimenti, con danni economici per tutti indistintamente.
Interessante, in questo senso, il risultato del sondaggio condotto dalla OTG (Osservatorio del Turismo del lago di Garda) nel 2023, in collaborazione con l’Università Cattolica e Comunità del Garda che ci consegna questo risultato, ovvero:
sono proprio le questioni legate alla viabilità (ciclabili e trasporti) e tutela del contesto ambientale (acqua e paesaggio) ad essere in cima alla lista delle questioni più importanti e sentite per il Lago di Garda, anche dai nostri ospiti.
E’ una indicazione chiara che riassumerei semplicemente così: voglia di equilibrio.
Fatta salva l’indiscutibile esigenza di tendere ad un decongestionamento del traffico ed una maggiore sicurezza sulla gardesana rispetto, per esempio, l’opera della Ciclovia del Garda, a mio modo di vedere e con la mia consueta educazione e rispetto, credo si dovrebbe convergere più verso l’utilizzo della navigazione che nella realizzazione di ulteriori tratti a sbalzo sull’acqua.
Bene quello già esistente o la realizzazione di brevi tratti, qualora fossero strettamente necessari, ma sarebbe opportuno lasciare quel contesto naturale, ovvero le falesie a strapiombo sul Garda, quanto più libere ed esenti da forzature.
Si potranno osservare dall’acqua, mentre ci si prende una pausa dalla pedalata una volta imbarcati sul traghetto, che ci condurrà in sicurezza verso un panorama unico da una prospettiva privilegiata, mantenendo e proteggendo così il valore di quel contesto ambientale e paesaggio, che è parte di quell’asset e capitale sociale da preservare, non da erodere.
Le fondamenta di una destinazione turistica come questa si basano sul valore e pregio del contesto ambientale e del paesaggio, ed è così da almeno due secoli.
E’ intorno a questa consapevolezza che dovrebbero ruotare investimenti, sviluppo e tutele…non credo vi sia logica al di fuori di questo ragionamento.
Immaginiamo, con un esempio banale, di visitare una città d’arte; mi aspetterei non solo di trovarla l’arte, ma di vederla valorizzata, tutelata e possibilmente accessibile, con tutti i servizi ed infrastrutture del caso, realizzate nel rispetto però dell’arte stessa che rappresenta l’identità di quella città.
Se così non fosse, probabilmente mi rivolgerei altrove, scegliendo altre destinazioni.
A nessuno verrebbe in mente, con un altro esempio, di costruire ascensori o passerelle intorno alla facciata esterna dell’Arena di Verona o a qualsiasi altro monumento per accedervi più comodamente, ne verrebbe compromessa l’immagine ed il valore; inoltre la Soprintendenza giustamente non lo consentirebbe.
Si cercherebbero, qualora fosse assolutamente necessario, soluzioni alternative e con il minor impatto possibile.
Sui beni monumentali questa tutela è direi consolidata.
Per il Lago di Garda dovrebbe essere lo stesso…nonostante abbia arte e storia da vendere, resta comunque una destinazione legata allo spettacolo ed unicità del suo ambiente e paesaggio in primis, il quale deve restare protagonista grazie alle dovute tutele, così da potersi preservare e mostrare alla stregua di un monumento.
Ciclabili, resort, lungolaghi, porti, ecc…sono certamente utili, ma sono scelte che andrebbero fatte con la consapevolezza di quanto scritto sopra.
Gli stessi imprenditori se vogliamo guardarla anche da un punto di vista venale e non solo prettamente naturalistico, dovrebbero essere i primi a chiedere tutele importanti per il paesaggio e ambiente, proprio per tutelare i loro investimenti.
Del resto gli stessi e il “business” che ne consegue diventano possibili la dove vi è un gradimento della destinazione turistica, venisse meno questo gradimento…calerebbero anche i redditi degli investimenti, con danni economici per tutti indistintamente.
Interessante, in questo senso, il risultato del sondaggio condotto dalla OTG (Osservatorio del Turismo del lago di Garda) nel 2023, in collaborazione con l’Università Cattolica e Comunità del Garda che ci consegna questo risultato, ovvero:
sono proprio le questioni legate alla viabilità (ciclabili e trasporti) e tutela del contesto ambientale (acqua e paesaggio) ad essere in cima alla lista delle questioni più importanti e sentite per il Lago di Garda, anche dai nostri ospiti.
E’ una indicazione chiara che riassumerei semplicemente così: voglia di equilibrio.
Fatta salva l’indiscutibile esigenza di tendere ad un decongestionamento del traffico ed una maggiore sicurezza sulla gardesana rispetto, per esempio, l’opera della Ciclovia del Garda, a mio modo di vedere e con la mia consueta educazione e rispetto, credo si dovrebbe convergere più verso l’utilizzo della navigazione che nella realizzazione di ulteriori tratti a sbalzo sull’acqua.
Bene quello già esistente o la realizzazione di brevi tratti, qualora fossero strettamente necessari, ma sarebbe opportuno lasciare quel contesto naturale, ovvero le falesie a strapiombo sul Garda, quanto più libere ed esenti da forzature.
Si potranno osservare dall’acqua, mentre ci si prende una pausa dalla pedalata una volta imbarcati sul traghetto, che ci condurrà in sicurezza verso un panorama unico da una prospettiva privilegiata, mantenendo e proteggendo così il valore di quel contesto ambientale e paesaggio, che è parte di quell’asset e capitale sociale da preservare, non da erodere.