Ma lo sapevi che il Lago di Garda…?

Ma lo sapevi che il Lago di Garda…?
Guardando questa foto il Lago di Garda sembra un fiordo con insenature e pendici di roccia più o meno a strapiombo sull’acqua.
Poi cambia completamente e velocemente…tra San Vigilio e Manerba verso sud si apre, assomigliando più ad un mare che ad un lago.
Camminando sui sentieri che ne risalgono le pendici, che lo avvolgono in modo così serrato, si ha l’idea di essere in un paesaggio più montano che “lacustre”.
Non è neanche tanto un’idea…si è effettivamente in montagna, ma con un clima più temperato proprio per merito delle acque gardesane, che si comportano come un termosifone trattenendo e rilasciando calore durante la stagione fredda.
E’ quindi un efficiente radiatore termico e per certi versi si comporta come fosse un “ventilatore”…con venti che si alternano puntualmente da millenni allo stesso modo.
Una curiosità su questi venti gardesani?
Quando nel ‘400 la Serenissima Repubblica di Venezia portò navi (galee) da guerra dal mare fin sul Garda risalendo l’Adige fino circa a Mori (TN) per valicare le montagne, la ripida discesa dal passo San Giovanni verso Torbole rappresentava non solo un problema ma una sfida quasi impossibile a causa della pendenza, visto che le navi scorrevano a terra sopra rulli di legno.
Si tentò allora di trattenere le navi con grosse funi fissate a grossi massi, regolando così lo scivolamento verso il lago.
Per cercare di frenare ulteriormente la corsa verso l’acqua si decise di sfruttare anche l’Ora del Garda, uno di quei venti sopra detti, che soffia ancora oggi da sud verso nord nel pomeriggio, quindi in direzione inversa rispetto quella delle navi (nord verso sud).
Spiegando le vele nel ripido sentiero di montagna l’Ora divenne di fatto un freno all’accelerazione della forza di gravità.
Il Lago di Garda è inoltre anche un paesaggio pedemontano collinare.
Da questa prospettiva appare evidente, anche se si vedono poco (in alto nella foto), come si siano formate appunto le Colline Moreniche.
Proviamo ora a fare un piccolo sforzo di immaginazione.
Se immaginassimo di essere in aereo, nello stesso punto dello scatto, durante le ultime ere glaciali, questa “lingua blu” sarebbe bianca di ghiaccio, spessa quanto le montagne e oltre, con un’altezza tale che solo la parte sommitale del Monte Baldo (a sinistra) ne risulterebbe scoperta.
Ecco perché ha potuto preservare e proteggere dai ghiacci circa venti specie divenute così endemiche (baldensis) come l’Anemone del Baldo, la Genziana baldense e la Guantera repanda, consegnando al Monte Baldo l’appellativo di Giardino d’Europa.
Un ghiacciaio che, nella sua lenta e lunga danza avanzando a arretrando per decine di millenni, ha potuto spostare e drenare verso sud terra e detriti, modellando in modo così armonico quella conformazione geologica dolce e morbida rappresentata proprio dalle Colline Moreniche.
Ma guardando oltre queste differenze così evidenti lungo il Lago di Garda si sono create anche piccole nicchie davvero particolari.
Lungo le pendici montuose, all’interno dei canyon scavati dai fiumi e torrenti, come nella Valle delle Cartiere lungo il fiume Toscolano o nella Forra di Tremosine scavata dal torrente Brasa, ci sono ambienti unici.
Troviamo anche il Fiume più corto d’Italia e forse del mondo, l’Aril che con i suoi 175 mt di lunghezza contribuisce, insieme ad altri ventiquattro tributari, a fornire acqua al il più grande lago d’Italia…il Benaco (Lago di Garda).
Ci sono anche piccole cascate come quella del Ponale, forse la più famosa con quella di Varone un po’ più nell’entroterra, poi c’è quella di Sopino vicino a Limone, quella di Piovere a Tignale o a Campione.
Se poi per concludere pensiamo che tutto il blu che vediamo in foto risulta essere la più grande riserva d’acqua dolce di superficie disponibile con caratteristiche idropotabili d’Italia…il tutto diventa ancor più affascinante e magico a mio parere.
Il Lago di Garda è un microcosmo con tante particolarità quante fragilità.
Credits ph: Dede Krisnawati