Il Siluro e il necessario contenimento

Il Siluro e il necessario contenimento
E’ da poco terminata la seconda giornata di pesca sportiva al Siluro sul Lago di Garda e visto che se ne parla tanto, provo a contestualizzare con qualche conoscenza scientificamente valida.
Come base uso gli atti del convegno Italo-Svizzero del 10 novembre 2018, tenutosi presso il museo della pesca di Caslano, per affrontare così l’argomento in modo serio.
Con il termine “specie alloctona” si intende una specie rilasciata in aree diverse da quelle in cui si è originata ed evoluta.
Con il termine “specie alloctona invasiva”, invece, si intende una specie che nei territori in cui è stata introdotta, ha la capacità di espandersi creando impatti tangibili su altre specie ed ecosistemi.
Non tutte le specie alloctone sono quindi da considerarsi invasive, mi sembrava una considerazione da fare per chiarezza.
Tornando ora a noi, nel Lago di Garda, il Siluro è certamente presente, in espansione ed è catalogato proprio come specie alloctona invasiva.
La prima catalogazione ufficiale nel Garda risale a fine degli anni ’80, precisamente nel 1988, quando alcuni esemplari di 2/3 kg furono catturati a Peschiera del Garda nelle reti per le Anguille dai pescatori della Cooperativa Lugana.
Nel 1995 venne catturato il primo esemplare all’estremo nord del Lago, alla foce del Fiume Sarca.
Ma come è arrivato nel Lago di Garda?
Come abbiamo visto per altre specie alloctone, come il Black Bass e il Persico Sole, la loro colonizzazione è partita dai luoghi dell’iniziale immissione attraverso bacini e fiumi afferenti il Fiume Po, da dove hanno potuto raggiungere anche il Lago di Garda, per il tramite del Fiume Mincio.
Ma per il Siluro questo non sarebbe stato possibile in quanto l’Edificio Regolatore del Lago di Garda (diga), in funzione da fine anni ’50, ha di fatto sbarrato fisicamente ogni risalita oltre quella data nel Lago.
Forse le immissioni di Anguille, divenute necessarie a compenso proprio della mancata naturale risalita, come certamente nel caso di altre immissioni, potrebbero aver rappresentato inconsapevolmente il veicolo per l’arrivo di questo pesce.
Capita di frequente che immissioni di avannotti da allevamento siano contaminati da altre specie.
Poi c’è il caso delle immissioni volontarie illegali, ma ne parlerò nelle conclusioni.
Il Siluro è una specie molto resistente, in grado di sopravvivere in acque a bassa concentrazione di ossigeno, ad elevata torbidità e anche inquinate, il Siluro quindi possiede “armi” per adattarsi quasi ad ogni condizione, prevalendo così su altre specie.
Inoltre si accresce velocemente, raggiungendo nei luoghi d’origine la lunghezza di circa 40 cm al primo anno di vita, 1 metro entro il quinto anno e 2 metri in circa 15 anni.
Questa “scala” di crescita è confermata anche dalle analisi fatte su Siluri da 2mt, presi lo scorso anno sul Garda, che attestavano a 13 anni la loro età.
La deposizione delle uova avviene quando l’acqua raggiunge la temperatura di 20-22 C° e ha luogo generalmente in acque a bassa profondità e ricche di vegetazione, dove il maschio prepara a colpi di coda una sorta di nido, dove verranno deposte le uova, tra 10- 30.000 uova/kg di peso corporeo (Berg, 1965).
Il siluro è un “super-predatore” in grado di cibarsi di ogni specie ittica e non solo.
Nelle attività di controllo svolte sul Ticino sub-lacuale e sul lago di Comabbio (VA), per esempio, negli stomaci sono stati rilevati, oltre a tutti i pesci che compongono quelle comunità ittiche, anche ratti, germani, svassi, cormorani, rane e nutrie a dimostrazione della sua abilità e versatilità di predatore.
Per quanto riguarda il Lago di Garda, che differisce totalmente dal lago di Comabbio, negli stomaci dei Siluri sono stati trovati prevalentemente Agoni (quando in frega), Persici Reali, Tinche, Coregone lavarello, ecc…
Gli studi condotti sulla specie in tali ambienti hanno infatti dimostrato come il Siluro si nutre, con grande opportunismo, delle specie ittiche più abbondanti di questi habitat, senza preferenze di sorta.
In questo periodo dell’anno è certamente la sarda il suo pasto principale, soprattutto nel momento in cui essa si avvicina a riva per deporre.
Queste note tecniche sulla “origine e biologia” del Siluro provengono dal veterinario e ittiologo Cesare Puzzi del centro GRAIA, sempre tratte dalla relazione Italo-Svizzera sul pesce Siluro del 2018.
Questo approfondimento vuole inserirsi in un’ottica di comprensione verso la tutela della biodiversità, che risulta sempre più minacciata dalle attività dell’uomo, come la modifica degli habitat e attraverso l’immissione, volontaria o meno, di specie alloctone invasive.
Per il Garda, pensare che il Siluro possa essere la causa di tutti i problemi sarebbe quanto mai fuorviante e sbagliato a mio parere.
Va comunque predisposto un piano di monitoraggio che possa in caso definire l’opportunità di un piano di contenimento, inutile parlare di eradicazione in quanto utopistica.
Concludo con il significato generale di biodiversità, così come espresso da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione Ricerca Ambientale):
“La biodiversità può essere definita come la ricchezza di vita sulla terra: milioni di piante, animali e microrganismi, i geni che essi contengono, i complessi ecosistemi che costituiscono la biosfera”.
E’ proprio la moltitudine di specie autoctone in un ambiente a rappresentare un fattore di equilibrio per quell’ambiente e la tutela di questo incalcolabile patrimonio genetico rappresenta, in assoluto, la più grande ricchezza di questo pianeta…forse anche per questo si definisce come “patrimonio”.
Mi viene quindi difficile comprendere chi addirittura si vanta di rilasciare specie con carattere di invasività in ambienti naturali o chi ne incoraggia il rilascio una volta pescate, sono comportamenti illegali ed estremamente dannosi soprattutto.
Il mio ringraziamento va ai tanti pescatori e apneisti che, esercitando la loro pratica di pesca sportiva, all’interno delle norme vigenti, contribuiscono a quel contenimento quanto mai doveroso e necessario per la tutela della biodiversità gardesana.
Grazie anche alla Comunità del Garda che non manca mai di sostenere, come anche in questo caso, chi si impegna nella tutela del Lago di Garda.

Credits video: Andrea Crobu – ripreso ieri con un drone subacqueo nel Lago di Garda