Scoprire è guardare con occhi nuovi…

Scoprire è guardare con occhi nuovi…
Marcel Proust diceva che la scoperta non è tanto cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi.
Quanta verità in queste parole e questi nuovi occhi trovo siano direttamente proporzionali alla conoscenza…pensiamo a Sirmione per esempio.
Ospita una delle più belle e importanti residenze dell’età romana presenti in Italia settentrionale i cui resti, oggi ancora ben visibili, identificano le “𝐆𝐫𝐨𝐭𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐭𝐮𝐥𝐥𝐨” che, nell’immaginario di molti, risultano essere un luogo ricco di fascino.
Il castello scaligero, ancora così ben conservato, con quel particolare accesso a lago crea all’interno una darsena circondata da acqua e mura merlate e di fatto, attraverso il ponte levatoio d’accesso ed il canale d’acqua sotto di esso, rende la parte distale della penisola, un’isola.
Curiosamente Sirmione ha molti tratti in comune con il castello di Peschiera del Garda, di cui oggi non resta quasi nulla dopo che nel XVI la Serenissima decise di smantellarlo per erigere una fortezza più moderna, al passo con i tempi, ovvero con il “rinascimento” e relative innovazioni militari.
Entrambi i castelli furono costruiti dalla “stessa mano”, sorgevano su un’isola, avevano una darsena protetta dall’acqua…ma questa è una storia che sveleremo quanto prima a Peschiera del Garda, con una sorpresa.
Queste magari sono le cose più evidenti…ma Sirmione non finisce di stupire.
Sotto la sua penisola infatti si trova una caldera termale, generata non tanto dalle acque del Lago di Garda, come si potrebbe pensare, ma da apporti provenienti da est rispetto il Garda (tra il Baldo e la Lessinia) generando, se vogliamo provare a visualizzare qualcosa che possa regalarci un’immagine, un “lago caldo” sotto il Garda.
All’origine di queste acque termali vi è il “carsismo”; un fenomeno per cui le acque drenano nel sottosuolo, raggiungendo profondità elevatissime (circa -2/4000mt) per poi risalire e accumularsi, grazie anche al calore geotermico, nella caldera termale.
Ma Sirmione è anche geologia, è “𝐂𝐨𝐧𝐠𝐥𝐨𝐦𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐒𝐢𝐫𝐦𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐒𝐜𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐑𝐨𝐬𝐬𝐚”, formazione rocciose che si incontrano e si possono toccare con mano camminando lungo la penisola verso la testa della stessa, mostrandosi ai nostri occhi come fossero percorsi didattici naturali.
Il “Conglomerato di Sirmione” si nota dalla presenza di ciottoli arrotondati tipici morenici, ma compressi e cementati dalla pressione delle masse glaciali.
La “Scaglia Rossa” visivamente stacca completamente dall’aspetto del conglomerato precedente, è roccia calcarea, solida, di colore rosa e rossa, che si vede affiorare intorno alla testa della penisola, emersa da centinaia di metri di profondità dalla spinta delle faglie.
Tra l’altro è proprio tra la faglia che passa da Sirmione che filtra dal sottosuolo l’acqua termale.
La penisola poi prosegue verso est e si inabissa in continuità con la dorsale montuosa subacquea, che molti pescatori conoscono come “𝐢 𝐦𝐨𝐧𝐭𝐢”, zone molto pescose, per poi emergere dopo un percorso sinuoso a Punta San Vigilio.
Trovo Sirmione davvero speciale, ha tantissimo da raccontare, andrebbe visitata con lo spirito di chi vuole conoscere, con la curiosità di chi vuole arrivare alla scoperta, va vista con occhi nuovi, come diceva Proust e immaginata con la mente…

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