Alle origini della nostra sarda di lago

Alle origini della nostra sarda di lago
La nostra sarda di lago è “imparentata” con la Cheppia…di mare.
La Cheppia (Alosa fallax) è anch’essa della famiglia dei Cupleidi ed è anadroma, ovvero risale dal mare nelle acque dolci per riprodursi.
Questi pesci (Cheppie) si riuniscono in prossimità degli estuari in primavera e fanno il primo ingresso in acqua dolce quando la temperatura dell’acqua giunge intorno ai 10-12 °C.
La frega (riproduzione) si svolge, nelle ore centrali della notte e con temperature dell’acqua superiori ai 15 °C.
Soprattutto a partire dai primi anni del ‘900, con l’arrivo delle grandi opere idrauliche che hanno interessato il Lago di Garda e Mincio a partire dal 1930, la Cheppia, come l’Anguilla e lo Storione ad esempio, ha trovato sempre più difficoltà nella sua risalita, soprattutto a causa delle dighe, salti e sbarramenti.
Alcuni naturalisti e ittiologi di fine ‘800 scrivevano che era ancora possibile osservare le Cheppie risalire il Mincio per entrare nel Lago di Garda…così come nello stesso periodo si osservavano gli Storioni insieme alla stesse Cheppie addirittura a Torino, in un viaggio di quasi 500km contro corrente.
La nostra sarda (Alosa fallax lacustris), stanziale in acqua dolce, si fa derivare appunto dalla Cheppia con una tesi generalmente accettata, (ved. testo di Enzo Oppi).
L’adattamento l’ha modificata leggermente nella forma, come vedete in foto e nel numero di branchiospine, aumentate sensibilmente rispetto la Cheppia per il passaggio ad una alimentazione più planctofaga.
𝘍𝘶𝘳𝘯𝘦𝘴𝘵𝘪𝘯 & 𝘝𝘪𝘯𝘤𝘦𝘯𝘵, nel 1958, sarebbero giunti alla conclusione che Alosa fallax lacustris sarebbe una specie generata dall’ibridazione tra Alosa alosa e Alosa fallax (Cheppia) e 𝘉𝘪𝘢𝘯𝘤𝘰, nel 2002, per la scarsa differenziazione genetica tra le varie “sottospecie”, nostra compresa, ha proposto un solo “taxon”, ovvero Alosa fallax per tutte.
Resta una questione un pò controversa, ma in questo racconto poco conta a dir la verità…è il viaggio di questi pesci il protagonista e la forza dell’istinto che si scontra con un habitat diventato per loro un “percorso ad ostacoli”.
In una pubblicazione degli anni ’90 si evidenzia come la Cheppia risalga ancora il Fiume Po con popolazioni riproduttive accertate fino allo sbarramento di Isola Serafini. Rif: “𝘚𝘦𝘳𝘷𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘔, 𝘝𝘪𝘵𝘢𝘭𝘪 𝘙, 𝘎𝘢𝘯𝘥𝘰𝘭𝘧𝘪 𝘎. 𝘉𝘪𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘢 𝘦 𝘣𝘪𝘰𝘮𝘦𝘵𝘳𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘳𝘪𝘱𝘳𝘰𝘥𝘶𝘵𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘥𝘪 𝘢𝘭𝘰𝘴𝘢, 𝘈𝘭𝘰𝘴𝘢 𝘧𝘢𝘭𝘭𝘢𝘹 𝘪𝘯 𝘮𝘪𝘨𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘯𝘦𝘭 𝘥𝘦𝘭𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘭 𝘗𝘰”.
Le Anguille, che sappiamo essere ancora in grado di risalire fino allo sbarramento del Canale Virgilio a Monzambano, rispetto la Cheppia riescono in questa impresa probabilmente perché la loro forma e struttura le rende capaci di trovare ogni via d’acqua (e non) alternativa pur di assecondare il loro istinto.
Nella prima foto satellitare si evidenzia il percorso fatto da questa specie secoli addietro, dal Delta del Po fino al Garda mentre nella seconda, scattata a fine di un evento meteo estremo del 4 novembre 2023, si nota lo scarico a mare delle acque torbide dei fiumi in piena, ovvero l’ingresso di queste specie dal mare, ai fiumi, fino ai laghi.

Due curiosità:
– Dopo il Delta il pennacchio successivo più a nord è quello del Fiume Adige e l’ultimo in alto del Brenta, in prossimità di Sottomarina.
– Nel Garda abbiamo anche un pesce che rientra nella famiglia del merluzzo, ovvero quella dei Gadidi: la Bottatrice.