Essere Arilicense…e il sano orgoglio identitario.

Essere Arilicense…e il sano orgoglio identitario.
La storia della Serenissima Repubblica di Venezia, il Veneto, lo Stato da Mar e da Tera, la fortezza di Peschiera del Garda…una storia millenaria che ha fatto grande Venezia e le sue genti, anche le nostre!
C’è una considerazione da fare, che mi sento di condividere. Uno dei valori della Serenissima, per secoli, è stata la sua grande statura politica ed economica.
Come scrisse Carl Schmitt: “La Repubblica di Venezia è un capolavoro di alta politica e nel contempo la creazione più singolare della storia economica di ogni tempo”.
Questo stato ha garantito per secoli e secoli la libera circolazione di genti, arte e pensiero all’interno dei suoi possedimenti, che dalle venezie si estendevano fino alla Dalmazia, Albania, Isole Egee, Ionie, Cipro e Peloponneso.
Durante questi ultimi anni ho potuto approfondire la storia della Serenissima, durante il XVI secolo, per documentarmi e poter così seguire, ma soprattutto capire meglio la stesura dei progetti di recupero e restauro delle nostre mura rinascimentali, anche se solo come semplice appassionato. Ho capito così come il valore della storia veneta possa rappresentare un valore d’unione e tolleranza.
Come?
I veneti erano composti da genti differenti tra loro: slavi, croati, greci, per citarne alcuni…con culture di base differenti, chiaramente, ma che convivevano sotto uno stesso vessillo e ordine politico.
Il rispetto identitario era fondamentale, non esistevano, in linea di massima, imposizioni violente su culto e religione, convivevano, non venivano imposte coercizioni violente, non vi erano persecuzioni e grazie a questa “multi-cultura” vi era anche una libera circolazione di arte e pensiero.
Basti pensare, per fare un esempio che non molti conoscono, che il primo Corano stampato al mondo fu stampato a Venezia nel XVI secolo, quando oggi ci si scandalizza e si litiga per, decisamente, molto molto meno.
Senza voler forzare l’interpretazione personale, rispetto un determinato periodo storico, mi sento di affermare che, se riconosciamo la storia come un importante mezzo per interpretare e comprendere meglio il presente e il futuro, allora la storia della Serenissima può essere per noi motivo di orgoglio nel rivendicare un passato comunque di tolleranza e apertura e di valori imprescindibili come la pace e la cultura, oggi forse un po’ sbiaditi e discussi da troppe persone senza arte ne parte, ma di cui avremo assoluto bisogno.
Quando un individuo è consapevole della propria identità e della propria storia ed è in grado di onorarla, traendone i dovuti esempi, quella persona non dovrà mai temere il “diverso” e sarà sempre pronta ad affrontare nuove sfide.
Altrimenti a cosa serve la storia, se da essa non si evincono esempi virtuosi per affrontare il futuro?
Ecco che il percorso che ho fatto attraverso la storia di Peschiera del Garda mi ha sicuramente arricchito e portato oggi a fare queste considerazioni.
Mi sembra di esserne uscito, in un certo modo, rafforzato personalmente.
Sento l’orgoglio di essere Arilicense e di essere Veneto, cosi come sento l’orgoglio di essere Italiano.
Oggi c’è odio, diffidenza, paura della diversità e incapacità di ascolto, ma soprattutto c’è crisi di identità, che a parer mio è la sola e vera cosa di cui aver paura.